Una startup biomedicale per individuare i tumori

Da sempre scienza e tecnologia sono un connubio indispensabile per la tutela della salute e per garantire una migliore qualità della vita, e anche il mondo delle startup è attento al progresso in questo ambito. Niso biomed è una startup biomedicale che ha vinto il Premio Leonardo alla qualità, riconoscimento conferito dal Presidente della Repubblica alle imprese più innovatrici, eccellenze del Made in Italy anche all’estero.

Innovazione che è certamente il punto di forza di Niso biomed, basata su una macchina ideata dal medico pugliese Antonio Nucci, che utilizza la gastroscopia per individuare tumori, tecnologia poi sviluppata da Paul Muller a partire dal 2009, fino a creare un dispositivo chiamato EndoFaster, che analizza il succo gastrico migliorando diagnosi e riconoscimento dei fattori di rischio tumorale. Oltre all’innovazione, i fattori che hanno portato Niso biomed a questo importante riconoscimento, sono tutti quegli elementi che fanno di una startup un modello di successo: eccellenza, fatturato, internazionalizzazione, impatto sociale. La compagine societaria, formata da Paul Muller e il socio Michele Guala, infatti, è sbarcata nel 2012, dopo soli tre anni dalla sperimentazione iniziale, nei mercati mondiali, creando una rete di distribuzione internazionale che abbraccia Europa, Nord Africa, Israele, India.

Ma chi è Paul Muller, fondatore di quella che è diventata la startup dell’anno 2013? Da sempre attivo negli ambiti di innovazione tecnologica e start up di impresa, Muller è stato fondatore nel 2002 del Venture Capital Quantica SGR e direttore generale di Rete Ventures, società di trasferimento tecnologico del CNR e dell’Istituto Nazionale per la Fisica della Materia e dei consorzi interuniversitari di scienza dei materiali. Ha deciso di puntare su questo progetto, partendo da una tecnologia dal grande potenziale scientifico e portandola al successo grazie alla sua esperienza. Niso biomed oggi si trova in quattro ospedali italiani e tre inglesi, con una domanda che cresce soprattutto in paesi come l’India e il Giappone, dove hanno una forte incidenza i tumori allo stomaco, ma questa espansione necessita di investimenti e nuovi capitali per poter soddisfare tutte le richieste ed attualmente Muller è in contatto con due ventures italiani e un inglese, insomma guarda al futuro e all’estero, senza dimenticare la terra da dove tutto è partito, l’Italia, da sempre terra di talenti e idee che spesso hanno solo bisogno di qualcuno che ci creda e che sia disposto a scommettere. Noi gli auguriamo buona fortuna!

Viviana Verri

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