Un mondo del lavoro virtuale: è questa l’idea alla base di Employerland, social game dedicato al lavoro con lo scopo di mettere in contatto chi cerca occupazione con il mondo professionale utilizzando strumenti innovativi: i giocatori possono entrare in una città virtuale dove si trovano le aziende che aderiscono alla piattaforma e cimentarsi superando prove ed accrescendo le proprie conoscenze rispetto all’azienda con cui interagiscono, attraverso una modalità quiz con domande di cultura generale (inglese, matematica, logica ecc) e le attuali business competition aziendali.
Employerland è disponibile anche in forma di app per smartphone e “Rappresenta un’apertura del lavoro ai canali social ed interattivi”, a detta di Gabriele Lizzani, docente di “Employer Branding” e fondatore del game professionale che vanta un team composto da Giovanni Maria Mussino, esperto nel recruitment, Mirko Parisi, specialista in communication e human resources, dai project manager Simone Ottaviani e Miriam Longo, international client and outreach manager. La startup ha attratto grandi marchi come Luxottica, BNL, Bosch, entrati nella rete di Employerland per mettere alla prova i “top gamer“, cioè i candidati che, sfidandosi nelle “business competition” ed ottenendo i punteggi migliori, hanno l’occasione di incontrare i maggiori brands presenti nella piattaforma.
Nata nel 2013 con un primo finanziamento della regione Lazio, la startup innovativa nel 2014 ottiene anche una sovvenzione da Invitalia nell’ambito del progetto Smart&Start, e riesce a mettere in contatto diversi neolaureati con le aziende partner, tanto da essere selezionata da Unicredit Start Lab tra le migliori 10 startup e ricevere una menzione d’onore come progetto tecnologico innovativo da Horizon 2020 (il Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione). Per il futuro, il team si augura di lanciare l’app fuori dai confini italiani, primo traguardo, Londra: giocando si impara…e si cresce.
Innovativo è anche il metodo di recruiting di Spinjob, piattaforma mediante la quale i candidati rispondono alle offerte di lavoro non solo inserendo il proprio cv, ma registrando una video intervista che risponda a domande precise, correlate alla posizione offerta. Questo metodo di selezione rende più veloce e più mirato il recruitment, accorciando i tempi di relazione tra aziende e professionisti. Il sistema tiene traccia del flusso di selezione per tutta la durata della ricerca e permette ai candidati di relazionarsi direttamente alle aziende, senza intermediari: se la candidatura è conforme alle esigenze dell’azienda proponente, gli step successivi prevedono un assessment online, con ulteriori domande di approfondimento ed un colloquio diretto.
La squadra di Spinjob è composta dal presidente Giulio Bertazzoli, dall’amministratore delegato Gian Enrico Dütschler e dal direttore commerciale Alberto Galante. Vanta partner quali Artemide, Gruppo Feltrinelli, Morgan Stanley, Parmalat, Prelios, Touring Club Italiano, Volkswagen Financial Services.
Un po’ più tradizionale, ma sempre social, è l’approccio al mondo del lavoro della startup Job Your Life, definita anche ” la google dei cv“. Si tratta di un portale che, applicando un algoritmo di ricerca semantica, consente all’azienda di reperire, in maniera geolocalizzata, le risorse umane più adatte a mandare un’offerta di lavoro, inquadrandole anche in base alla distanza dal luogo di lavoro. L’innovazione di questo sistema nasce proprio dall’inversione di prospettiva; non più montagne di curricula mandati alle aziende, spesso con profili poco rispondenti alla posizione lavorativa, ma un collegamento più efficace e razionale tra domanda ed offerta: le aziende, grazie all’algoritmo, rintracciano i candidati in base alle loro esigenze espresse su piattaforma privata.
Semplicità, fiducia e trasparenza sono i valori guida di Job Your Life, fondato nel 2013 da Andrea De Spirt CEO & Founder, e che oggi vanta tra le sedi di Milano e Cagliari un nutrito team: Lorenzo Mecocci COO & Partner, Pietro Stracquadanio CTO & Partner, Jessica Malfatto Digital PR, Lara Torres Content & Social Media Specialist, Erick Canale OnLine Business Consultant Riccardo De Martis Senior Web Developer, Stefano Fois UI Designer / Front end developer, Antonio Coi Web Developer, Damiano Collu iOS Developer, Erica Tripepi Customer Care, Luca Cavalleri, Federica Taverna e Francesca Ferrari Customer Care, Elena Germani Administrative employee, Ezio Dei Cas Morante Sales Manager.
L’idea è stata apprezzata da grandi come Deloitte, Teddy e Boston Consulting e, su un totale di 700mila iscritti, Job Your life ha fatto emergere circa 45mila proposte di lavoro e ad oggi vanta un fatturato di 100mila euro: prossimo obiettivo, raggiungere quota 1 milione di euro.
Dal social al sociale: Jobmetoo è una piattaforma di recruiting autorizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dedicata alle persone con disabilità, fondata nel 2011 da Daniele Regolo per promuoverne l’inserimento al lavoro.
L’idea nasce da un’esperienza personale del fondatore e dalle sue difficoltà di inserimento al lavoro a causa della sua disabilità uditiva, ed è prima di tutto una sfida di civiltà e di integrazione tra persone con e senza disabilità che, sfruttando ciascuna il proprio potenziale, possano creare un valore aggiunto che va al di là degli obblighi di legge.
La piattaforma, attraverso filtri di ricerca, consente di comparare le offerte di lavoro con il profilo più compatibile ed ha beneficiato, per lo sviluppo iniziale, di un contributo del Fondo Sociale Europeo, fino ad arrivare ad un investimento della Venture capital 360 Capital Partners. Insieme al CEO Danilo Galeotti e al CMO Matteo Venturi, Daniele Regolo ha fatto crescere la squadra di Jobmetoo che oggi vanta un grande team, composto da Haiko Pittoni account manager, Valeria Pincini senior recruiter, Alessandro Franza digital marketing specialist, Camilla Viganò communication designer, Lucia Armano junior recruiter, Joshua Paveri junior sales account, Luca Cadelo key account manager, Elisabetta Cammarano recruiter, Marianna Messere product manager. Il messaggio è sempre lo stesso: integrazione e produttività sono possibili.